Incannulando una vena dell'area sopraclaveare (giugulare interna, anonima, succlavia), il sito di emergenza cade naturalmente nella fossa sopraclaveare (evitare sempre di orientare il catetere verso il collo!).
In alcuni casi però è opportuno che il sito di emergenza di un accesso venoso a breve termine sia comunque nell'area sottoclaveare (sito assai favorevole in termini di controllo del rischio di infezione, trombosi e dislocazione); il catetere potrà quindi essere tunnellizzato verso il basso, scavalcando la clavicola. Ciò avviene ad esempio in presenza di una tracheostomia, ove è consigliabile spostare caudalmente il sito di emergenza ad almeno 7-8 cm dalla stomia, per minimizzare le contaminazioni batteriche per via extraluminale.
Come tipologia di catetere, essendo necessaria la tunnellizzazione, converrà utilizzare i cateteri comunemente venduti come PICC, particolarmente adatti a essere tunnellizzati sia per la loro lunghezza (intorno a 50 cm) che per la tecnica di inserzione (Seldinger modificato). Il catetere verrà posizionato nella migliore vena centrale disponibile (quella la cui puntura appaia più facile, e quindi più sicura) dopo una analisi ecografica della regione (RaCeVA), seguendo un protocollo standardizzato di impianto, quale ad esempio il protocollo ISAC (impianto sicuro dell'accesso centrale) messo a punto dal GAVeCeLT.