Uso intraospedaliero

Si definisce come accesso venoso 'centrale' ogni catetere la cui punta è posizionata in vena cava superiore, o in atrio destro, o in vena cava inferiore. Ogni altro dispositivo la cui punta è in un altro distretto venoso viene classificato come 'periferico'.

 La scelta tra accesso venoso centrale e accesso venoso periferico dipende dal tipo di utilizzo previsto per il dispositivo. Le indicazioni ad un dispositivo per accesso venoso centrale sono le seguenti:

1 - necessità di infusione endovenosa di farmaci e soluzioni non compatibili con la via periferica perchè potenzialmente associati a danno endoteliale: in tale categoria ricadono i farmaci vescicanti antiblastici, i farmaci con pH superiore a 9 o inferiore a 5, le soluzioni spiccatamente iperosmolari (sopra 800-850 mOsm/litro) e molti altri farmaci che con meccanismi diversi, anche indipendenti dal pH e dalla osmolarità, sono in grado di provocare una irritazione e/o un danno dell'endotelio; liste dei farmaci compatibili e non compatibili per via venosa periferica sono reperibili sul web (esempio nel nostro sito www.gavecelt.info) o nei libri di testo (come ad esempio nel Manuale GAVeCeLT dei PICC e dei Midline);

2 - necessità di procedure emodialitiche o aferetiche (per i quali occorrono dispositivi dedicati che - come già spiegato - non verranno trattati in questo algoritmo);

3 - necessità di prelievi ematici ripetuti e frequenti;

4 - necessità di monitoraggio emodinamico (il dosaggio della saturazione di ossigeno nel sangue venoso misto; misura della pressione venosa centrale; utilizzo per la tecnica di termodiluzione per la gittatta cardiaca); tale utilizzo è possibile soltanto con quei cateteri venosi centrali la cui punta sia in atrio destro.